Situato nel cuore della zona produttiva del centro America, l’Honduras confina a nord con il Guatemala, a ovest con il Salvador e a sud con il Nicaragua. Qui le condizioni ambientali sono sempre apparse ideali per la coltivazione di caffè: struttura del suolo, clima, altitudine e produttori molto preparati. La carenza di un sistema adeguato di infrastrutture ed una struttura in grado di trovare un mercato adeguato e che potesse elevare il rango di questo paese al pari dei più conosciuti Guatemala e Costa Rica, per molti anni invece ne ha costituito un grosso limite. Questo è stato il lavoro svolto negli ultimi 30 anni dall’IHCAFE (Istittuto Honduregno de Cafe) che ha permesso all’Honduras di crescere esponenzialmente anno dopo anno fino a farlo diventare oggi il 5o produttore mondiale dietro a Brasile, India, Colombia ed Etiopia e secondo produttore mondiale di caffè Arabica lavati.
Si dice che il caffè fu introdotto nel Paese da parte degli spagnoli dal Costa Rica e già nel 1804 ci sono documentazioni scritte che parlano del “caffè di ottima qualità” coltivato in Honduras; tuttavia a causa dei numerosi conflitti che afflissero il paese a seguito dell’indipendenza dalla Spagna, fu molto difficile svilupparne e promuoverne la produzione. Per gran parte del XX secolo quindi, anche per i già citati problemi di tipo infrastrutturale, il caffè prodotto fu destinato esclusivamente al mercato interno o contrabbandato nei Paesi confinanti del Guatemala e El Salvador. A frenare ulteriormente la produzione di caffè poi, stava il fatto che per molti agricoltori era più conveniente e remunerativa la coltivazione di banane, per molto tempo primo prodotto per volume di esportazioni, grazie soprattutto al supporto economico da parte di multinazionali americane. Il caffè però aveva dalla sua parte il fatto che contribuiva in maniera molto più importante al sostentamento di intere famiglie e della popolazione locale rispetto ad altre colture, in mano invece a pochi grandi organizzazioni internazionali.
Per questo, negli ultimi 25 anni, gli sforzi da parte del governo locale sono stati rivolti ad incentivare la coltivazione di caffè e potenziare allo stesso momento la rete autostradale collegata alle aree produttive. In aggiunta, attraverso IHCAFE, si è investito sul miglioramento dal punto di vista qualitativo: studi specifici del suolo utilizzando la tecnologia della geolocalizzazione e lo sviluppo di nuove varietà botaniche resistenti alla Roja, come la Lempira e la IHCAFE 90, derivanti in parte dalla specie Robusta, hanno contribuito in maniera considerevole allo sviluppo negli ultimi 10 anni.
Da queste politiche ne è derivata la prima denominazione d’origine per la regione del Marcala nel 2005, la distinzione e la promozione di 6 zone caffeicole e il fatto che oggi il 12,5% della popolazione deve il suo sostentamento alla produzione di caffè, che oggi cresce per buona parte all’ombra di banani ormai diventato secondo prodotto agricolo per importanza economica.